La sveglia di Giovanni suona puntuale alle 8:00, afferra il suo smartphone per disattivarla e restando ancora a letto, decide di aprire instagram per controllare le notifiche. Scruta ansiosamente l’iconcina a forma di cuore per vedere se qualcuno gli ha lasciato un commento o un like.
Il suo ultimo post è andato bene, in molti la pensano come lui, “la vita non ha senso se non ti concentri sull’essere la miglior versione di te stesso” sostiene, si chiede come facciano le persone a non capirlo, si chiede come faccia la gente a non vedere che la società vuole solo trasformarli in dei consumatori incalliti di tabacco, alcol e cibo ultra-processato.
Giovanni si alza dal letto, va in bagno e successivamente in cucina a preparare la sua colazione, che consiste in 4 uova ad occhio di bue e mezzo avocado, compone il piatto con cura e scatta una foto con il suo smartphone, dopodiché riflette sulla didascalia che scriverà sotto il suo prossimo post, con il ghigno beffardo dipinto sul volto di chi crede di saperla più lunga di tutti gli altri: “se mangi le uova tutti si preoccupano del tuo colesterolo, ma nessuno si preoccupa dello zucchero contenuto nelle brioches”.
L’onda salutista che imperversa sui social
Come Giovanni ce ne sono a centinaia, loro sono la resistenza, quelli che sono usciti dalla matrix, hanno capito che il sistema capitalista vuole tutti malati e combattono affinché questa verità venga a galla, post dopo post sui social.
Ci troviamo in una distopica versione di Terminator, il giorno del giudizio è vicino. Ma stavolta non si risvegliano le macchine: si risvegliano i giovani, guidati dai loro fitness influencer preferiti. Niente armi laser — solo disinformazione, integratori sponsorizzati e post motivazionali.
Un recente sondaggio ha rilevato che circa il 36% della Generazione Z in Australia cerca consigli sulla salute dai social media piuttosto che da professionisti medici. Questo comportamento solleva preoccupazioni tra gli esperti riguardo alla diffusione di informazioni errate e all’aumento dell’ansia legata alla salute. (Herald Sun)
Nel Regno Unito, l’adesione alle palestre ha raggiunto un record di 11,5 milioni di membri, con la Generazione Z che guida questa tendenza. Circa l’83% dei membri cita la forma fisica come motivazione principale, seguita dal benessere mentale (76%) e dall’aspetto fisico (75%). (The Guardian)
Uno studio ha evidenziato che il 49% delle persone che seguono account di “cibo sano” su Instagram mostra sintomi di ortoressia nervosa, un disturbo caratterizzato da un’ossessione malsana per l’alimentazione sana. In confronto, meno dell’1% della popolazione generale presenta questa condizione. (Toledo Center)
L’uso dei social media è stato correlato a un aumento del rischio di depressione, ansia e disagio psicologico, specialmente tra gli adolescenti e i giovani adulti. (Stanford)
Una ricerca ha scoperto che quasi due terzi dei 100 account di influencer del fitness più popolari promuovono forme corporee non salutari o irrealistiche, contribuendo a problemi di immagine corporea e benessere mentale. (Banner Salute)
Argomentare con loro diventa difficile, spesso la persona comune che segue uno stile di vita “normale” non ha le competenze per smontare le loro teorie “science-based”, chi invece le ha, come i professionisti, vengono categoricamente rimbalzati via e bollati come “indottrinati dalla società”, o persone in buona fede ma che hanno studiato solo dai testi universitari che non sono aggiornati quanto loro.
Ma da dove nasce questo fenomeno culturale così potente? E perché?
Aggrapparsi alla verità per non sprofondare
In un’epoca d’incertezza si ricerca quanto mai la stabilità, una figura di riferimento che ci deresponsabilizzi dallo scegliere, alleviandoci dal perenne senso d’ansia che ci accompagna in ogni nostra decisione.
Con internet e soprattutto con i social, chiunque ha un palcoscenico, e raccogliere consensi diventa semplicissimo; questo fenomeno è per ovvi motivi auspicabile, avendo ora tutti la possibilità di farci ascoltare da tante persone, viviamo in un sistema più “meritocratico”, dove ad esempio l’intrattenitore di talento può arrivare al grande pubblico senza necessariamente passare per i mezzi di trasmissione canonici, come la tv e la radio, dove prevale sicuramente l’interesse economico e il favoritismo. Altrettanto ovvi però, sono le ragioni per cui la tecnologia è anche nociva, dato che permette rapidamente la creazioni di gruppi coesi che non sempre hanno le idee chiare o “giuste”.
Se si vogliono fare un po’ di like sui social, basta essere qualunquisti, populisti, esprimere concetti banali che tutti noi sentiamo propri, e che tutti noi crediamo di essere gli unici a pensare, come: “siamo rimasti in pochi ad amare sinceramente”, oppure “si approfittano di me perché sono troppo buono”. A riprova di ciò basta contare la quantità di persone giovanissime d’accordo con l’espressione: “non ci sono più gli amori di una volta”, amori che costoro non hanno mai vissuto, né conosciuto.
Con l’informazione libera ed accessibile a tutti nasce un paradosso: se prima la verità non era alla portata di tutti, adesso tutti siamo alla portata di tante diverse verità. Se prima il professionista doveva insegnarci la materia, adesso il suo ruolo è quello di filtrare l’enorme mole d’informazioni. Prima eravamo ignoranti, adesso siamo confusi.
Esattamente come capita alla giovane ragazza che passa le ore d’avanti all’armadio senza riuscire a scegliere l’outfit per la sera, arriva prima o poi il momento di mandare tutto al diavolo e di scegliere istintivamente.
In un mondo incontrollabile dove ogni figura competente dice tutto ed il contrario di tutto, la giovane mente sente il bisogno di chiarezza, non ha ancora le spalle abbastanza larghe per comprendere la natura mutevole e dinamica della vita, ha bisogno di appigli solidi per non sprofondare nel dubbio. Chi li fornisce questi appigli se i professionisti battibeccano tra loro? Il giovane come lui che ce l’ha fatta.
I fighi della nuova era, essere sigma
Gli studi, facilmente reperibili su internet, evidenziano i problemi legati all’abuso di alcol, zucchero, tabacco e droghe. Nonostante ciò troviamo tabaccherie ogni cento metri, alcol in ogni locale, supermercati strapieni di cibo ultra-processato e nutrizionisti che continuano a dirci di mangiare tutto con moderazione.
Ribellarsi al sistema, trasgredire ed auto-affermarsi oggi significa allontanarsi da tutto ciò. Sembra assurdo, ma funziona proprio così, prima si fumava per sentirsi fighi, oggi fa figo dimostrare disciplina. Mangiare correttamente ed essere in forma sono i nuovi dogmi del giovane rampante, che non cerca più di essere alpha, ma di essere sigma. (I‘alfa è un leader sociale visibile, dominante e alla ricerca di potere e riconoscimento. Il sigma, invece, è indipendente, introverso e non cerca di imporsi sugli altri, preferendo operare al di fuori delle dinamiche sociali tradizionali, senza cercare approvazione. In sostanza, l’alfa è un leader riconosciuto, mentre il sigma è un solitario che segue le proprie regole.)
Ecco che quindi troviamo centinaia di ragazze e ragazzi dall’aspetto curato e dai corpi tonici e muscolosi, che “hanno il coraggio” di opporsi al sistema, che hanno il coraggio di dire di no all’industria alimentare, fare breccia nelle nuove generazioni tramite i social. Loro sono i nuovi modelli di successo, giovani, belli e disciplinati, che mettono la carriera e sé stessi prima di ogni cosa. Se vuoi essere come loro è molto semplice, ti basta seguirli, ogni giorno creano contenuti condividendo il loro stile di vita, se poi si vuole fare il passo successivo, con una piccola spesa è possibile avere i loro programmi di allenamento, le loro diete, i loro integratori ed entrare a far parte della loro community d’élite.
Ilaria, che segue assiduamente Veronica, vede così la nebbia della sua confusione diradarsi, non ha dubbi adesso, ha una realtà oggettivamente valida d’avanti ai suoi occhi, una persona di successo – come lei vorrebbe essere – le sta dando le chiavi della felicità sottoforma di regole molto semplici e precise, e la sua psiche trova finalmente pace:
- Le istituzioni creano solo confusione e non si prendono cura di me, Veronica si.
- Il mondo là fuori è caotico, ma Veronica mi ha dato le dritte giuste per fare ordine.
- La salute è il nuovo status symbol, se sono in salute sono moralmente superiore agli altri.
- Veronica conosce la verità, lo zucchero è veleno, perché non ce lo dicono? Lei non lo mangia ed bellissima ed in salute.
- Grazie ai suoi programmi ho perso 10kg in due mesi.
L’ossessione per la salute e l’aspetto fisico, diventa così la nuova religione da professare se si vuole ritrovare la pace con sé stessi.
Come già detto: Il paradosso della “verità” nell’era digitale è molto acuto: se prima eravamo ignoranti, ora siamo confusi. E questa confusione porta spesso a cercare risposte facili da chi appare più sicuro di sé, anche se non ha le competenze necessarie per fornire risposte adeguate. Non ha ragione chi è più competente, ma chi urla più forte.
L’estremismo come radice del male
“La virtù è il mezzo tra due vizi, uno per eccesso e uno per difetto.”
Ogni essere pensante, prima o poi arriva alla conclusione che la verità si trova nel mezzo, che l’estremo non è mai un bene. Questo ci viene dimostrato ogni giorno nella vita reale, sappiamo che essere negligenti verso la propria salute è sciocco, così come sappiamo che essere ipocondriaci è un problema; conosciamo storie di ragazzi trascurati dalla famiglia, diventati poi criminali da adulti, così come sentiamo di altrettante storie di adolescenti chiusi nelle bolle d’iperprotettività dei genitori, incapaci – una volta cresciuti – di avere relazioni sane e d’integrarsi nella società.
Il problema di questa verità, una delle poche che realmente apprendiamo, è il capire come sono tracciate le linee e dove noi ci troviamo in relazione a queste linee.
Fumare fa male? Certo, lo sappiamo tutti. Una sigaretta ogni tanto potrebbe migliorare la salute mentale di un soggetto ed evitare episodi di rabbia? Se una persona m’invita a fumare con lei e io rifiuto, mi sono negato l’ennesima attività stupida e inutile? Oppure ho perso per sempre l’opportunità di conoscere il partner della mia vita? O di avere un’illuminante chiacchierata vitale per la mia crescita?
Viviamo in una realtà per sua natura non prevedibile, eppure ci ostiniamo a volere delle certezze. Non ce ne rendiamo conto, ma a volte facciamo delle domande illogiche, come: “si mangia bene in quel posto?”, come se il nostro interlocutore avesse il nostro stesso senso del gusto e potesse darci una risposta; se ci sta invitando evidentemente a quella persona piace, a noi magari no, possiamo scoprirlo solo provando.
La nostra propensione al rifiuto verso le linee guida e la compulsiva ricerca della certezza, ci rende preda dei dogmi. Non vogliamo qualcuno che ci dica di fare le cose con moderazione, ma vogliamo sentirci dire che se facciamo una data cosa, avremo tali miglioramenti. Una volta finalmente trovata la nostra strada, guai a chi ce la tocca, vediamo costoro come agenti del caos che vogliono farci stare male. Vogliamo sentirci speciali, e in quanto speciali dobbiamo per forza di cosa essere fuori dall’ordinario, chi ci rema contro lo fa solo per invidia, perché il nostro successo mette in ombra la loro persona e li fa sentire miserabili, non hanno disciplina e invece di rimboccarsi le mani, trovano più semplice criticare gli altri.
Così una volta imboccata questa strada, uscirne diventa molto difficile, non solo perché quel guru con i suoi contenuti va a colmare il vuoto dell’indecisione, ma anche perché ogni persona che proverà a farci cambiare idea sedimenterà ulteriormente la nostra posizione, dato che siamo stati ben avvisati dal nostro guru che le persone che non hanno il coraggio di afferrare il successo con le proprie mani, cercheranno di tirarci giù.
Questo processo mentale, mano mano che s’intensifica, sfocia poi in atteggiamenti disfunzionali, ed ecco che cercare di migliorare il proprio stato di salute, può trasformarsi col tempo – se si ha la sfortuna di finire sui profili sbagliati – in vero e proprio complottismo, dove ci convinciamo che i poteri forti e le lobby ci vogliono dipendenti dai loro prodotti e s’inizia a credere che tutti i nutrizionisti siano pagati per aiutare questo sistema a sfruttarci.
Come se non bastasse, oltre a persone plagiate dal proprio ego, tra questi possiamo trovare anche persone che vogliono invece sfruttare la situazione, per vendere a chi cade in queste dinamiche i loro integratori, quelli super segreti che la società non può approvare per difendere il guadagno dei medici e dell’industria farmaceutica.
Questi elementi li riconosciamo perché sono in genere quelli più estremisti, lo fanno di proposito, divulgando temi assurdi – come accessori per schermare il 5G – per sfoltire la loro utenza, facendosi seguire così soltanto da persone sufficientemente ingenue da comprare i loro prodotti.
Più ci si allontana dalla moderazione, più s’infila la mente in posti angusti e tematiche controverse.
Il buon senso come lama che penetra l’oscurità dell’incertezza
Un’incomprensione comune, è quella secondo cui gli studi scientifici forniscono risposte. In realtà non è proprio così, la scienza fornisce dei dati, sono poi le istituzioni ad elaborare quei dati e a ricavare delle teorie.
La scienza non fornisce risposte definitive, ma raccoglie dati attraverso metodi rigorosi e oggettivi, che possono essere utilizzati per osservare fenomeni, fare previsioni e costruire modelli. I dati scientifici sono solo informazioni grezze che, da soli, non possono spiegare completamente un fenomeno o rispondere a domande complesse.
Per fare un passo ulteriore, i dati devono essere interpretati. Questo processo di interpretazione è influenzato da vari fattori, tra cui le teorie preesistenti, gli obiettivi della ricerca e le prospettive ideologiche o culturali delle persone che analizzano i dati. Le istituzioni scientifiche – università, enti di ricerca, governi e organizzazioni professionali – sono incaricate di elaborare questi dati, formulando teorie che spiegano i fenomeni osservati. Tuttavia, le teorie scientifiche non sono mai verità assolute, ma sono sempre soggette a revisione e aggiornamento man mano che nuovi dati diventano disponibili.
Un buon esempio di questo processo è il modello scientifico: si parte da osservazioni, si formulano ipotesi, si raccolgono dati per testare quelle ipotesi, e poi si sviluppano teorie. Queste teorie possono essere valide fino a quando non vengono confutate da nuove evidenze. In altre parole, la scienza è un processo dinamico, in continua evoluzione, e non una fonte di risposte immutabili.
Se ad esempio, come spesso accade nel mondo del fitness, un nuovo studio evidenzia ad esempio che: allenarsi 30′ al giorno è più vantaggioso che allenarsi due ore, non dobbiamo immediatamente prendere per vera questa nozione, ma dobbiamo sfruttare il buon senso per analizzare criticamente questo dato e rapportarlo alla realtà, chiediamoci se di tutti i campioni della storia sportiva, quelli ad ottenere più risultati si allenavano di meno. Possono esserci tantissimi motivi che giustificano la raccolta di certi dati, come l’esperienza dei soggetti, l’età, il tipo di allenamento, il tipo di sport, gli strumenti di misura ecc.
Usare il buon senso è imperativo per districarsi dalla folta selva d’informazioni a cui siamo esposti ogni giorno. Se i picchi glicemici sono responsabili dell’insulino-resistenza, perché tutti gli sportivi che fanno endurance non si ammalano nonostante l’enorme quantità di carboidrati che assumono? Se le proteine vegetali hanno un profilo amminoacidico incompleto, come fanno i body builder vegani a competere?
Se potessimo sfregare la lampada del buon senso, il genio al suo interno ci direbbe qualcosa come: “La moderazione è la chiave che apre la porta alla saggezza, evitando gli estremi e mantenendo l’equilibrio tra desiderio e necessità.”
Per coloro che cercano la salute ai massimi livelli e lo fanno con buon senso: dovrebbero evitare gli atteggiamenti ortoressici, tanto quanto evitano il cibo spazzatura; dovrebbero evitare la vigoressia, tanto quanto evitano di essere sedentari; dovrebbero evitare l’ossessione per l’estetica, tanto quanto evitano l’indifferenza per il proprio benessere. La salute non è un eccesso in nessuna direzione, ma un equilibrio che rispetta il corpo e la mente.
